Psicoterapia di Gruppo

Il gruppo è comunità, è polis, è famiglia, è agorà. Nel gruppo si possono incontrare le esperienze relazionali più disparate: dentro uno stesso gruppo ci si può sentire avvolti in un caldo e intimo abbraccio fraterno e al tempo stesso nudi ed esposti all’estraneità di una piazza. La molteplicità è il termine che più può avvicinarsi a cogliere la fenomenologia della gruppalità. In un piccolo gruppo terapeutico (5-8 partecipanti al massimo) ci si ritrova ad esplorare emozioni e vissuti forse mai sfiorati, scoprendo parti di sé sconosciute che emergono come se si voltassero d’un colpo, come se fossero state da sempre lì ma non avessero mai avuto l’occasione di mostrarsi. Il tizzone incandescente che accende tutto questo è la presenza dell’Altro. Quell’Altro che incita, che pro-voca, che ri-vela, che ci fa dono della sua parola inventiva, della sua presenza interpretante. Questo Altro non è da intendersi come il terapeuta, che in fondo è anch’egli un partecipante, ma tutte quelle altre posture relazionali che ciascuno può assumere quando è attraversato dall’anima molteplice e mai scontata del gruppo.